L’oasi di Torrefumo

Che non ci siano più le mezze stagioni non è più soltanto un luogo comune; una volta, in autunno, non ti ritrovavi nell’armadio la fitting room di Zara durante i saldi, facevi un cambio di stagione ordinato e tra un “comprato e mai messo” e un “appena perdo dieci chili lo metto” tiravi fuori il maglioncino di filo ed il giubbottino di jeans che tenevi su per tutta la giornata. Oggi invece il mood è quello vestirsi a cipolla che per alcuni è molto più un fatto di sentire, in senso olfattivo, che di vedere nel senso della Milano fashion week: un bomberino modello omino della Michelin di mattina, Vamos a la playa a mezzogiorno e capsule Molly la sera. Con queste premesse è praticamente impossibile farsi prendere dalla malinconia autunnale e si può approfittare delle ore calde per un’incantevole passeggiata a Torrefumo. La partenza è da Acquamorta, il caratteristico porticciolo di pescatori di Monte di Procida, comune partenopeo, dove, attraversando un cancello si accede a Torrefumo, un sentiero naturalistico lungo circa un chilometro e mezzo che fa parte della zona dei Campi Flegrei. Il nome Torrefumo, per il momento Super Quark, si deve probabilmente ad una torre di avvistamento che per comunicare con l’entroterra faceva i segnali di fumo; all’epoca ancora non c’erano ancora le note vocali di Whatsapp lunghe quanto il primo canto della divina Commedia che chissà perché devi riascoltare sempre dopo averle inviate. Le falesie sul mare, la spiaggia, la foresta di tipo mediterraneo, la laguna e la brezza marina sono gli ingredienti principali di questo percorso naturalistico. Sconvolgente è la vicinanza con Procida; quasi sembra di toccare con un dito il carcere di Torre Murata e, probabilmente, ad avere gli stessi polmoni di Federica Pellegrini si potrebbe addirittura pensare di raggiungere l’isola del postino a nuoto. Alle sue spalle la sagoma di Ischia, il terzo vulcano campano assieme ai Campi Flegrei e al Vesuvio. I riflessi color miele delle falesie che sono delle rocce vulcaniche stratificate, grazie Wikipedia,  contrastano con il cielo azzurrissimo. Dall’altra parte, a contenere la potenza del mare, c’è una barriera di rocce sedimentarie che riportano le impronte dei fossili: gusci di molluschi e di conchigliette per la maggiore. La passeggiata termina con un piccolo lago di acqua cristallina dove gli appassionati di birdwatching possono osservare aironi e garzette, dei piccoli volatili dalle zampine giallo Simpson perchè il giallo Homer spaventa i pesci che si mimetizzano nelle acque della laguna. Il piccolo specchio d’acqua, il canneto ed il fiumiciattolo che collega il lago al mare, rappresentano un meraviglioso esempio di ecosistema in cui convivono tra loro uccelli e pesci e vi risparmio la battuta da stanza rossa di Christian Grey. Tutt’intorno alla laguna cresce la salicornia altrimenti detta asparago di mare ricca di sali e di vitamine. Quando è di colore verde può essere utilizzata in cucina ed è ottima fritta in tempura; quando invece è di colore rosso non è commestibile ma ha un effetto altamente scenografico: quasi sembra che sia passato di là un pittore con la sua tavolozza di colori. L’oasi di Torrefumo è stata recuperata dall’amministrazione comunale intorno al duemila; è gratuitamente aperta a tutti ma molte sono le associazioni che offrono visite guidate come ad esempio l’associazione Campi Flegrei e consente di scattare foto incredibili, da premio Pulitzer o magari, per cominciare,  da qualche like su Instagram.

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